Mujeres de letras: pioneras en el arte, el ensayismo y la educación
BLOQUE 4. Artistas, mujeres de teatro y espectáculo

Senza arte né parte. Il caso di Atena Farghadani. Iran

Anna Grazia Russu

UNED – Madrid

Riassunto: Con l’accordo sul nucleare del Luglio 2015, l’Iran, il cui nome compare nelle liste nere degli stati sponsor del terrorismo, è stato assiso dall’Occidente fra i paesi da desanzionare. Lungo il nuovo cammino, è guidato dal presidente Hassan Rūḥānī, in carica dal 2013, che porta con sé un’agenda elettorale orientata all’apertura ed alla moderazione.

In siffatto contesto, si colloca la vicenda di Atena Farghadani, una disegnatrice satirica, accusata di “relazioni sessuali illegittime” per aver stretto la mano al suo avvocato. Già condannata alla detenzione per una vignetta sui parlamentari favorevoli alla limitazione della contraccezione, la giovane è stata sottoposta al test della verginità, pratica adottata dalle autorità locali allo scopo di tutelare l’ortodossia morale delle proprie cittadine.

Parole chiave: Iran; Atena Farghadani; Diritti Umani; Satira Politica.

1. Introduzione. Historical background

La Repubblica Islamica dell’Iran affonda le sue radici nei decenni finali del secolo scorso1. Nel 1979, il paese ha vissuto una delle rivoluzioni più significative e con conseguenze storiche che hanno segnato le vicende del Medio Oriente: il 16 Gennaio, lo shah Reza Pahlavi2, ultimo erede dei re di Persia, in compagnia di sua moglie Farah Diba, aveva lasciato per sempre il paese, dove era poco amato per i suoi metodi assolutistici, lo sfarzo di corte e, soprattutto, per l’alleanza con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, ed il primo Febbraio aveva assunto la guida del paese l’ayatollah Ruollāh Moṣṭafāvī Mōsavī Khomeynī, reduce da tre lustri di esilio parigino ed accolto dalla folla festante. L’avvicendamento fu letto positivamente dagli intellettuali occidentali, incapaci di presagire gli effetti della rivoluzione khomeinista, che, invece, impresse una brusca e violenta marcia indietro alla società iraniana, invasa in ogni suo aspetto dall’introduzione di un Islam severo3, chiuso ai rapporti con il “Satana occidentale”.

La morte dell’ayatollah, avvenuta il 3 Giugno del 1989, vide la nascita della “seconda repubblica”, con l’ascesa politica della diarchia costituita dall’ayatollah Seyyed ‘Alī oseynī Khāmeneī, nel ruolo di guida suprema, e di ‘Ali Akbar Hāshemi Rafsanjāni, a ricoprire la carica di presidente della repubblica. Quest’ultimo si pose come obiettivo quello risollevare l’economia e di reinserire il paese nei circuiti internazionali, senza riuscirvi, però, ostacolato dalla fazione conservatrice religiosa.

Nel 1997, presidente della repubblica, per due mandati, divenne Seyyed Mohammad Khātami, che propose l’apertura del paese ed il “dialogo fra civiltà”, avviando su piano interno delle riforme per liberalizzare i costumi. Ma troppo debole lui o troppo forte la controparte, i suoi tentativi rimasero, di fatto, nella dimensione di tentativo.

Figlio della “generazione del fronte”, quella cresciuta in prima linea durante la guerra con l’Iraq (1980-1988)4, vinse le elezioni del 2005 Mahmud Ahmadinezhād, primo laico a ricoprire la carica di presidente: le sue scelte politiche hanno virato verso l’estremismo, al punto che, nell’ultima fase del suo mandato, durato otto anni, hanno portato ad una rottura con l’ayatollah Khāmeneī.

Le ultime elezioni, del Giugno 2013, hanno promosso a guida del paese il “moderato” asan Rūḥānī, il cui governo, costituito prevalentemente da funzionari con formazione europea o statunitense, ha dato una svolta al negoziato sul nucleare, conclusosi con gli accordi del Luglio 2015, con la conseguente riapertura diplomatica all’Occidente, sancendo così la fine dell’isolamento5.

2. Lo stato dell’arte

La creatività in Iran non trova l’approvazione dell’establishment politico, sulle cui erte ed anguste strade è costretta a muoversi. Accade, quindi, che nel 2016, dopo che il paese è uscito dalle liste degli stati canaglia ed il suo leader apprezzato come interlocutore moderato, le carceri continuino ad ospitare, numerosi, cittadini iraniani, rei di possedere una vena artistica.

L’Iran non attribuisce ai suoi figli artisti il merito dovuto e, mentre in tutto il mondo è un fiorire di festival ed eventi che promuovono l’individualità creativa, condanna autori di musica e di cinema, dopo processi di durata irrisoria, al carcere ed a frustate, con le accuse di “insulto alle figure sacre dell’Islam”, “propaganda contro il sistema” e “attività illegali nel campo degli audiovisivi”: è il caso dei musicisti Mehdi Rajabian e Yousef Emadi, rei di aver diffuso all’estero musica contenente, talvolta, testi politici o argomenti tabù, dei registi Hossein Rajabian, che ha girato un film sul diritto delle donne al divorzio6, Keywan Karimi7, colpevole anche di “relazione illecita”, visto che ha stretto la mano e “ha trascorso del tempo insieme a una donna che non aveva il volto e il capo coperti”. La minaccia del carcere pende anche sulla testa di Jafar Panahi, vincitore con il film Taxi dell’Orso d’Oro al festival di Berlino del 2015, libero su cauzione, ma costretto dal regime a rimanere in Iran, a non rilasciare interviste e a non girare film. La sua situazione era stata già denunciata nel 2010, quando, a Cannes, nel corso della conferenza stampa per la presentazione del film del connazionale Abbas Kiarostami, l’attrice Juliette Binoche si era molto commossa8. Nel 2013, a Mohammad Rasoulof, altro regista, è stato impedito di partecipare al festival dei Diritti Umani di Norimberga, nel corso del quale avrebbe dovuto ritirare un premio.

Anche versi e rime non godono di un trattamento differente: carcere e frustate sono le pene previste per i poeti Fatemeh Ekhtesari e Mehdi Moosavi, per i medesimi reati. I due, che ora sono riusciti a lasciare il paese9, al ritorno dal festival di poesia a Goteborg in Svezia erano stati arrestati10.

Penne, pennelli e pellicole iraniane possono esprimersi in terra straniera. Il giornalista Omid Memarian, trasferitosi negli Stati Uniti nel 2005, ha curato la pubblicazione del volume Sketches of Iran: A Glimpse from the Front Lines of Human Rights11. Il libro, bandito ovviamente, in patria, raccoglie 40 vignette, di sette disegnatori iraniani, che raccontano il dolore e la resilienza di tutti coloro che in Iran si rifiutano di rinunciare ai propri diritti12.

3. In disparte

In questa realtà, dalle tinte poco artistiche, si svolge la vicenda di Atena Farghadani, una disegnatrice satirica.

La ragazza era stata prelevata da casa il 23 Agosto 2014 da agenti della Guardia Rivoluzionaria: allora, fu bendata, malmenata e trascinata in carcere dopo una perquisizione e la confisca di oggetti personali e documenti. Durante la detenzione, in regime di isolamento temporaneo, non ha potuto incontrare né i suoi familiari né il suo legale. Il 6 Novembre è stata rilasciata su cauzione, per essere nuovamente arrestata a Gennaio dell’anno successivo, probabilmente in rappresaglia al video postato il mese prima su Youtube13, con il quale denunciava il trattamento disumano cui era stata sottoposta. Da allora, ha subìto percosse ed avviato uno sciopero della fame con conseguenze sulle condizioni di salute. In questo stato, a Giugno, l’ha raggiunta la condanna a 12 anni e 9 mesi di prigione per “oltraggio”, per aver “attentato alla sicurezza nazionale” e “diffusione di propaganda a ostile alle istituzioni”. In quegli stessi giorni, Atena ha ricevuto la visita del suo avvocato difensore, Mohammad Moghimi; l’incontro, spiato dalle guardie, ha fatto scattare una nuova denuncia: la stretta di mano che i due si sono scambiati è stata presentata dagli accusatori come un atto “al limite dell’adulterio” e la giovane accusata di “relazioni sessuali illegittime”. L’uomo, pur rimesso in libertà nel giro di tre giorni dopo aver pagato una cauzione di 60.000 dollari, resta sotto accusa, condizione condivisa dalla sua cliente, per la quale è stato chiesto anche il “controllo” sull’illibatezza. A questa consuetudine ricorrono le autorità locali, guardiane e depositarie dell’ortodossia morale delle cittadine iraniane14. Ma chi ha investito questi moderni efori dell’incarico di vegliare sulla moralità e sugli usi degli abitanti dell’antica terra di Persia, con ogni mezzo?

In realtà, la giovane era sotto osservazione per le idee anticonformiste e, in particolar modo, per una vignetta pubblicata sulla propria pagina Facebook che raffigurava membri del parlamento e l’ayatollah ‘Alī Khāmeneī con le sembianze di scimmie, mucche o altri animali, mentre votano in aula una legge che restringe la sterilizzazione volontaria delle donne, l’accesso di queste al controllo delle nascite e mette al bando la vasectomia maschile15. La giovane era stata, inoltre, accusata di riunione e collusione con antirivoluzionari e di contatti con famiglie di prigionieri politici e seguaci della fede Baha’i16 durante la sua esposizione di pittura, Parandegan-e Khak, Uccelli di Terra, incentrata sull’uccisione di numerosi manifestanti da parte delle forze governative nei disordini seguiti alle contestate elezioni del 2009. Il disegnatore iraniano Nikahang Kowsar17, Membro del consiglio del Cartoonist rights network international18, imprigionato in Iran nel 2000 per vignette politiche, ritiene che la vignetta incriminata di Atena evidenzi “la stupidità del sistema che non rispetta i diritti delle donne ad avere meno figli” e che la giovane “è un’artista coraggiosa che non si è imposta censure” per paura. “Le tattiche della politica del terrore dell’infame giudice Abolghasse Salavati non hanno funzionato su Atena che ha deciso di raccontare al mondo come i carcerieri iraniani trattino i prigionieri politici. Molte persone pensano che il Presidente Rūḥānī abbia il potere e la volontà di apportare cambiamenti drastici e di proteggere i diritti dei cittadini. Non può neanche difendere la libertà di parola e di scelta di qualcuno come Atena, un’artista innocente che non crede nel compromesso e nell’autocensura”19.

Alla luce di tale premesse, è evidente che la donna dovesse essere considerata una prigioniera di coscienza, pertanto, rilasciata immediatamente, e, durante la sua permanenza in carcere le dovesse essere garantita protezione da altri maltrattamenti, compresa la pressione per ritrattare la sua denuncia. Il test di verginità che le è stato imposto è, di fatto, un atto di tortura, in aperta violazione con l’articolo 7 del Patto Internazionale sui diritti civili e politici ratificato dall’Iran20, e di discriminazione nei confronti delle donne e delle bambine, per cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato le autorità sanitarie di ogni nazione a vietare il test in tutti i casi21.

La rete ha riportato le voci che, per lei, si sono levate dai diversi angoli del pianeta e da organizzazioni diverse22, raggiungendo la corte d’appello iraniana, che ha, prima, ridotto la condanna a 18 mesi, poi, il 3 Maggio scorso, le ha, finalmente, concesso la libertà23.

4. Conclusioni

L’ Articolo 6.2 della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’educazione e la formazione ai diritti umani afferma che “le arti devono essere incoraggiate quale strumento di formazione e crescita di consapevolezza nel campo dei diritti umani”24. Riconoscendo nell’esperienza artistica un valido mezzo educativo per la realizzazione di una cultura universale dei diritti umani, gli artisti possono essere considerati degli human rights defenders dal valore aggiunto e la partecipazione culturale un’espressione informale della stessa educazione ai diritti umani25, ma non in Iran. Il paese, in alta quota per la produzione di petrolio26, e, intenzionato ad aumentarne l’estrazione dopo la riammissione fra gli agoni dell’oro nero27, è lontano dall’Olimpo per altri indicatori: seppur fra gli stati più generosi a livello mondiale28 e fra quelli che hanno ridotto notevolmente la percentuale della fame dal 2000 ad oggi29, non è felice30, non è pacifico31, non è alieno alla corruzione32, non offre trasparenza sui dati e sul rapporto del cittadino con la giustizia33, limita la libertà economica34, di informazione35, la creatività globale36, ed è poco incline alle regole che disciplinano l’esercizio del potere pubblico in genere, in particolare attraverso la pubblica amministrazione37. Mantiene la pena di morte38 e la tortura39 è ritenuta uno strumento per l’amministrazione della giustizia, impone rigidi vincoli alla libertà di assemblea e di associazione, imprigiona attivisti e difensori dei diritti umani, discrimina le donne40, in ogni aspetto della vita quotidiana, compreso il dress code, e le minoranze etniche e religiose, rende l’orientamento sessuale motivo di condanna alla fustigazione o a morte, abusa degli immigrati e il tema dei diritti umani è marginale nell’agenda quotidiana41.

L’elezione di asan Rūḥānī, nel 2013 ha suscitato nel Paese entusiasmo, sulla scia del programma che esigeva prudenza e speranza e ruotava su tre cardini: fine dell’isolamento diplomatico, ripresa economica e miglioramento delle libertà sociali e politiche. Il simbolo scelto per la campagna elettorale era una chiave, con cui prometteva di aprire le porte blindate della Repubblica Islamica. Con la squadra di governo di validi tecnocrati, ha raggiunto in tempi brevi i primi due obiettivi che si era proposto: l’accordo sul nucleare ha significato il cambio di prospettiva della politica internazionale nei confronti dell’Iran, promosso a partner ambito per nuovi orizzonti affaristici42. Più lenta è l’operazione che riguarda i diritti civili; certamente, alcune promesse, come la reintegrazione di docenti universitari, rimossi in precedenza per le loro concezioni politiche, o la riapertura della Casa del Cinema dell’Iran, sono state mantenute, ma c’è ancora molto da fare per soddisfare le aspettative entro ed oltre confine43.

I siti ufficiali promuovono la cultura44, il cinema45, la musica46, l’arte in generale47, ma di fatto, se si sfogliano le pagine delle cronache iraniane, per i lettori poco avvezzi ai caratteri persiani, è evidente che le muse hanno smarrito la via di Teheran: i leader del Movimento Verde rimangono agli arresti domiciliari ed i media premono affinché la taglia su Salman Rushdie sia aumentata48. Eppure, a dispetto della volontà politica che pretende di avvolgere tutto in una pellicola uniformante, in ogni angolo del paese ribolle, nei molteplici aspetti dell’umano pensiero, un fermento culturale, che, pur cosciente dei divieti, riesce a sfuggire alle fitte maglie della censura e a far conoscere la propria originalità colorata a chi sa apprezzarla, non necessariamente ai propri partner commerciali, per i quali, spesso, l’appartenenza e l’identità sono, paradossalmente, espresse dall’omologazione.

La vicenda di Atena, o, più verosimilmente, il fastidioso polverone mediatico che si è sollevato intorno alla donna, pare aver sortito un effetto importante: dopo la liberazione della giovane, in occasione del Tehran International Book Fair, il Presidente “moderato” Hassan Rūḥānī ha pubblicamente dichiarato di avere intenzione di concedere al suo popolo maggiore libertà di parola49. Sarà vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza50.

Sitografia

AMNESTY INTERNATIONAL. <http://www.amnesty.it/stoptortura/documenti> (ultimo accesso: 23 Giugno 2016).

CARTOONIST RIGHTS. < http://cartoonistsrights.org/crni-nikahang-nik-kowsar/> (ultimo accesso: 17 Giugno 2016).

C4COMIC. <http://c4comic.it/2016/05/04/tehran-rilasciata-dalla-prigione-lartista-iraniana-atena-farghadani/> (ultimo accesso: 13 Giugno 2016)

ENCICLOPEDIA TRECCANI. <http://www.treccani.it/enciclopedia/iran/> (ultimo accesso: 13 Giugno 2016).

IN STORIA. <http://www.instoria.it/home/Conflitto_Iran_Iraq.htm> (ultimo accesso: 13 Giugno 2016).

RAI. <http://www.raistoria.rai.it/articoli/reza-palhavi-l%E2%80%99ultimo-shah/24802/default.aspx> (ultimo accesso: 13 Giugno 2016).

WORLD HAPPINESS REPORT. <http://worldhappiness.report/wp-content/uploads/sites/2/2016/03/HR-V1_web.pdf> (ultimo accesso: 19 Giugno 2016).


1 Per la storia dell’Iran, si veda <http://www.treccani.it/enciclopedia/iran/> (ultimo accesso: 13 Giugno 2016); per i dati generali, invece, <http://country.eiu.com/article.aspx?articleid=284283812&Country=Iran&topic=Summary&subtopic=Basic+data> aggiornato al 6 Giugno 2016 (ultimo accesso: 19 Giugno 2016)

2 Era salito al trono, giovanissimo, il 16 settembre 1941

<http://www.raistoria.rai.it/articoli/reza-palhavi-l%E2%80%99ultimo-shah/24802/default.aspx> (ultimo accesso: 13 Giugno 2016)

4 <http://www.instoria.it/home/Conflitto_Iran_Iraq.htm> (ultimo accesso: 13 Giugno 2106)

5 Questo paragrafo attinge prevalentemente all’articolo Iran: la tormentata storia della Repubblica Islamica fra divisioni e lotte interne consultabile al link <http://www.ispionline.it/it/articoli/articolo/mediterraneo-medio-oriente/iran-la-tormentata-storia-della-repubblica-islamica-fra-divisioni-e-lotte-interne-14715> (ultimo accesso: 13 Giugno 2106)

10 Dopo essere stati detenuti in isolamento, sono stati condannati a novantanove frustate a testa, già eseguite, come i 99 nomi di Allah che avrebbero insultato e undici anni e mezzo di carcere a lui e nove a lei <www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20151103/282136405282993> (ultimo accesso: 13 Giugno 2016) e

< http://caratteriliberi.eu/2016/02/05/mondo/la-condizione-degli-intellettuali-iran/> (ultimo accesso: 13 Giugno 2016)

11 <https://youtu.be/tUVQVvkmcdE> (ultimo accesso: 13 Giugno 2016)

13 <https://www.youtube.com/watch?v=JtB5yFvyAwM> (ultimo accesso: 16 Giugno 2016)

16 <http://www.bahai.it/> (ultimo accesso: 17 Giugno 2016)

17 < http://cartoonistsrights.org/crni-nikahang-nik-kowsar/> (ultimo accesso: 17 Giugno 2016)

18 <http://cartoonistsrights.org/> (ultimo accesso: 17 Giugno 2016)

24 La Dichiarazione è stata adottata il 19 dicembre 2011 dall’Assemblea Generale, con Risoluzione 66/137 <http://www.ohchr.org/EN/Issues/Education/Training/Pages/UNDHREducationTraining.aspx> (ultimo accesso: 26 Giugno 2016) e <http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=%20A/RES/66/137&referer=http://www.un.org/depts/dhl/resguide/r66_en.shtml&Lang=E> (ultimo accesso: 23 Giugno 2016)

26 <http://www.indexmundi.com/map/?v=88&l=it> (ultimo accesso: 23 Giugno 2016)

30 Dall’Aprile 2012, viene pubblicato il Rapporto mondiale sulla felicità, considerata una significativa unità di misura per valutare il progresso e gli obiettivi della politica sociale di uno stato. I parametri di valutazione sono: PIL pro capite, anni di aspettativa di vita in buona salute, supporto sociale, fiducia, percezione individuale riguardo la libertà di poter compiere scelte di vita, generosità e la distopia <http://worldhappiness.report/wp-content/uploads/sites/2/2016/03/HR-V1_web.pdf> (ultimo accesso: 19 Giugno 2016). Nella classifica mondiale per gli anni 2013-15, l’Iran si colloca al 105° posto su 157 paesi, guadagnando cinque posizioni rispetto al periodo 2005-2007

31 Combinando i valori militarizzazione, società e sicurezza, e conflitti interni ed esteri raggiunge il 133° posto su 163 paesi studiati <http://www.visionofhumanity.org/#page/indexes/global-peace-index/2016/IRN/OVER> (ultimo accesso: 19 Giugno 2016)

32 È ١٣٠° su ١٦٧ paesi <http://www.transparency.org/cpi٢٠١٥> (ultimo accesso: ١٩ Giugno ٢٠١٦)

33 È 99° su 102 paesi <http://worldjusticeproject.org/sites/default/files/ogi_2015.pdf> (ultimo accesso: 11 Marzo 2016)

34 Compare al 147° posto nel rapporto su 157 paesi <http://www.freetheworld.com/2015/economic-freedom-of-the-world-2015.pdf> (ultimo accesso: 19 Giugno 2016)

35 L’informazione non può attentare alla Repubblica Islamica, offendere la guida suprema né diffondere false informazioni: l’Iran è in questa classifica 169° su 180 paesi <https://rsf.org/en/iran> (ultimo accesso: 19 Giugno 2016)

36 I parametri sono le tre T dello sviluppo economico, talento, tecnologia, tolleranza <http://martinprosperity.org/media/Global-Creativity-Index-2015.pdf> (ultimo accesso: 11 Marzo 2016)

39 <http://www.amnesty.it/stoptortura/documenti> (ultimo accesso: 23 Giugno 2016)

40 Nel rapporto di Save the children, sullo stato delle madri 2015, l’Iran compare all’84° posto su 179 paesi: gli indicatori sono la salute materna e rischio di morte per parto, il benessere dei bambini ed il tasso di mortalità entro i 5 anni, grado di istruzione, condizioni economiche e Pil procapite, partecipazione politica delle donne al governo

<http://www.savethechildren.org/atf/cf/%7B9def2ebe-10ae-432c-9bd0-df91d2eba74a%7D/SOWM_EXECUTIVE_SUMMARY.PDF> (ultimo accesso: 23 Giugno 2016)

44 <http://iran.it/category/cultura/> (ultimo accesso: 19 Giugno 2016)

45 <http://iran.it/category/cinema/> (ultimo accesso: 19 Giugno 2016)

46 <http://iran.it/category/musica/> (ultimo accesso: 19 Giugno 2016)

47 <http://iran.it/category/arte/> (ultimo accesso: 19 Giugno 2016)

50 Cfr. Alessandro Manzoni, 5 Maggio, vv. 31-32. Ritengo doveroso ringraziare, in conclusione, gli amici Yerina Ruiu, Gianni Manca e Riccardo Noury di Amnesty International per i loro preziosi suggerimenti

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